
Quella sera (non ricordo se era la puntata di domenica o mercoledi) mi sono accomodato sul divano per seguire la trasmissione, mi piace molto e solitamente quando non riesco me la registro.
Spesso accade che i servizi che fanno vedere mi facciano arrabbiare o indignare, perché di frequente mostrano la mala società in cui vivo, quella volta però fu diverso, perché trasmisero il servizio sulla Blue Whale, un terrificante gioco che porta adolescenti tra i 7 e 17 anni a seguire dei compiti, cinquanta per l’esattezza, dove viene chiesto da un fantomatico curatore di guardare ore un film horror, passare dei giorni a non parlare con nessuno, autoflagellarsi e tante altre, ad ogni prova per essere superata è necessario filmarsi o farsi filmare ed inviare il contenuto a questa Guida, chiamata Curatore.
L’ultima prova, quella finale è il suicidio, un po’ per imitare le Balene che alla fine della loro vita vanno a morire su di una spiaggia.

Non mi soffermo oltre a descrivere questo orribile gioco chiamato Blue Whale, di informazioni su internet ne trovate a bizzeffe, ma vorrei raccontarvi quello che il sottoscritto a pensato e provato in quei momenti guardando le mie figlie ancora piccole ma che un giorno potrebbero venire coinvolte in cose simili.
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